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Sovranita(ANSA) – GENOVA, 30 LUG – “Trovo incomprensibile qualsiasi
riforma elettorale tesa a conferire vittorie o premi di
governabilità senza l’espressione di una reale maggioranza.
Prevedere l’affidamento del governo a una coalizione o forza
politica che non abbia ottenuto il 51 % dei voti, vuol dire
legittimare la vittoria a una minoranza. E questa scelta è
profondamente anticostituzionale”. E’ quanto ha affermato
Massimiliano Tovo Segretario UDC Genova a proposito della legge
elettorale approvata in commissione ieri e in aula la prossima
settimana. “Sulle riforme elettorali manca lo spirito del ’48,
prevale la rincorsa alla vittoria e l’anticostituzionalità.
Riformare rimane una prerogativa irrinunciabile ma questo non
deve coincidere con forme che offendono la libertà e le
intelligenze democratiche”.
(ANSA).

creme_cremaLa crema pasticcera è la crema più conosciuta e utilizzata in pasticceria. Rappresenta la base di molte altre creme e può essere servita come dolce al cucchiaio oppure usata per preparare semifreddi, budini, bavaresi, charlotte, e ancora in infinite variegate ricette per la farcitura di crostate, di bignè, dolci di pasta sfoglia come i famosi e golosi cannoli o dolci millefoglie – senza dimenticare il classico Pan di Spagna.

È una crema molto versatile che si presta a soddisfare le più diverse preparazioni: è sufficiente modificare le dosi di alcuni ingredienti, intervenire sui tempi di cottura e sul procedimento per ottenere consistenze diverse e appropriate all’uso al quale sarà destinata!

È importante usare ingredienti che assicurino la giusta cremosità, ecco perché nella ricetta che vi propongo utilizzo solo il tuorlo d’uovo, la panna fresca e la maizena insieme all’amido di riso.
Inoltre vi consiglio di non inserire mai la polpa della vaniglia nel latte, perché la pellicina di panna tende ad inglobare i grani di vaniglia e, al momento di montare si formano dei grumi, che oltre a non aromatizzare la crema in modo perfetto tendono anche a creare difetti estetici (mentre si può tranquillamente usare la bacca vuota, mettendola nel latte e lasciandola sino alla bollitura: la togliete prima di incorporare il latte al composto con uova e farina).

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treno-578x289Arrivano, dunque, buone notizie per il nostro tanto amato trenino di Casella. Così almeno sembra. Non vorrei apparire scaramantico, ma considerate le circostanze precedenti, una timida diffidenza frena l’entusiasmo dovuto. Questa volta a differenza dell’anno scorso non esulto, perché preferisco attendere e guardare i fatti per come evolveranno. Troppe volte nel mio mandato da assessore ai trasporti del comune di Sant’Olcese ho assistito a promesse e impegni che sono caduti nel dimenticatoio, anche se riconosco che non è mai mancato da parte della Regione Liguria un impegno preciso che sino ad oggi ha consentito di salvare la Ferrovia Genova Casella.

Accolgo le notizie relative ai lavori di ristrutturazione sulla linea ferroviaria, come una buona novella nella speranza che sia la volta buona. Non voglio apparire pessimista semmai speranzoso, ma sono obbligato a ricordare a tutti che più di un anno fa nel corso di diverse riunioni erano state date assicurazioni che non sono state rispettate. Ho denunciato più volte il venire meno di questi impegni che puntualmente venivano rinnovati: essere scettici in questo caso non lo considero un fattore disfattista.

Speriamo, davvero, che sia la volta buona perché non si può più tollerare il continuo rinvio delle gare d’appalto: le risorse economiche ci sono e quindi i lavori di restauro siano realizzati il più presto possibile.

Perdonate la franchezza di quest’articolo …

 

Leggi articolo su Il Secolo XIX , Trenino di Casella si riparte

Postain ritardoHo ricevuto nelle ultime settimane un numero crescente di segnalazioni da parte di residenti nell’entroterra genovese che reclamavano ritardi sulla consegna della posta. Si è registrato un accumulo di ritardo intollerabile:le bollette vengono recapitate anche 15 giorni dopo, come la posta ordinaria e le stampe. Nel caso specifico delle bollette gli utenti, dopo la beffa, devono pagare le morosità negli accrediti successivi. In alcuni casi, che ho potuto verificare personalmente, una compagnia telefonica ha addirittura sospeso il servizio a causa del ritardo nel pagamento.

Ieri mattina una signora ha ricevuto la bolletta telefonica che avrebbe dovuto essere pagata entro il 9 luglio. La donna anziana, mi ha esposto le sue preoccupazioni sulla probabile sospensione del servizio, sottolineando che questa situazione non dipendeva direttamente da lei.

Ho voluto citare questo esempio, che mi è stato sottoposto ieri per sottolineare un problema cronico che negli ultimi mesi ha purtroppo danneggiato in modo significativo l’entroterra valpolceverasco, e che in questo periodo estivo raggiunge un apice davvero preoccupante.

La qualità del servizio erogato compromette sia gli interessi dei singoli cittadini,  sia le imprese che si vedono addebitare ingiustamente i costi delle morosità dalle società di fornitura.

I comuni della Val Polcevera non possono continuare a essere penalizzati ulteriormente da questa grave disfunzionalità organizzativa di Poste Italiane.

Il problema principale è legato, probabilmente, alla carenza di personale fra i cosiddetti postini, con una quota consistente  in scadenza contrattuale e continuamente sostituito. Sono gli effetti evidenti di una organizzazione, quella attuata da Poste Italiane, che ricorre sempre più a personale precarizzato, compromettendo la funzione principale dell’Ente pubblico.

La questione della precarizzazione dei postini colpisce la qualità  dei servizi con cui i cittadini devono successivamente fare i conti. Si tratta di una situazione insostenibile sia per i lavoratori, sia per chi subisce i ritardi, anche eccessivi, nella consegna della corrispondenza. In ultimo sottolineo che lo sproporzionato ricorso ai turn over dei postini ha provocato  una serie di altri disagi, dovuti ad un personale che, essendo sempre in scadenza, non solo conosce poco il territorio di sua competenza, ma non ha neppure il tempo ad assumere l’adeguata conoscenza geografica.

Poste Italiane dovrebbe pensare di più alla sua missione di servizio pubblico piuttosto di potenziare la rete vendita: di questo passo assumerà le connotazioni di un centro commerciale negando la sua vocazione.

Auspico un’azione comune dei sindaci della vallata, da parte mia contatterò direttamente la direzione regionale di Poste Italiane e non escludo altri ricorsi presso sedi più istituzionali.

Questa è un’emergenza, una piaga pagata a caro prezzo dai cittadini: serve una soluzione immediata e se sarà il caso, promuoverò una class action all’Antitrust .

sette cantiСедум песни од светлина и прав (Sette canti di luce e polvere) per controtenore, tenore, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte su 7 poemi di Nikola Madžirov, una composizione scritta appositamente dal Maestro Angelo Inglese per celebrare il 20° anniversario dei rapporti diplomatici tra Italia e Macedonia.

Martedì 15 luglio ho partecipato al 20° anniversario dei rapporti diplomatici tra l’Italia e la Macedonia, tenutosi a Santa Margherita Ligure nella cornice di Villa Durazzo. In questa occasione è stato presentato il concerto Sette canti di luce e polvere, organizzato dal Ministero della Cultura della Repubblica di Macedonia sotto la direzione artistica di Blagoj Nacoski (Console onorario della cultura della repubblica do Macedonia presso la Repubblica italiana).

Una serata davvero emozionante, non solo perché si trattava di una prima assoluta a livello mondiale, ma soprattutto per l’eccellente interpretazione che gli artisti hanno saputo regalare al pubblico. Perfomance davvero eccellenti da Blagoj Nacoski (tenore), che ha saputo incarnare il valore della poesia macedone  in una moderna esibizione lirica, a Luigi Schifano(controtenore), che si è superato in una ellittica vocalizzazione tridimensionale  da Adriana Iozzia (soprano), giovane potente promessa alla grande direzione del compositore e direttore d’orchestra Angelo Inglese.

Ottima anche l’esecuzione di Elena Bacchiarello (clarinetto), Giacomo Biagi (violoncello) e Costantino Ciobanu (violino)

Straordinario il risultato che ha siglato l’incontro tra la poesia  e la liricità melodica di Inglese, che è riuscito a tradurre le suggestioni semantiche della parola poetica nella trasposizione sonora del canto. Un’evocazione sinfonica che ha acquisito, grazie a questo fortunato connubio, un potente e innovativo messaggio universale, in grado di raggiungere ogni condizione, ogni uomo in un senso di fuga imperativo e di astrazione dalla fase temporale. La dimensione tra spazio e tempo, tra luogo definito e rappresentazione del dramma si chiosa in un vortice strumentale che rivela la percezione di una verità, appartenente ad un antico codice che aspetta solo di essere svelato.

Chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalla potenza della musica per sollevarsi, come in un volo da terra, al suono di voci uniche che, in un contesto armonioso  hanno creato un incontro di emozioni straordinarie.

 

bandiera italiana realizzata con blocchi legoIl problema della disoccupazione e in particolare quella giovanile merita un’attenzione con proposte concrete e non più rinviabili. La disoccupazione giovanile purtroppo non è una problematica circoscritta a livello regionale, ma è una questione nazionale, un’urgenza europea che merita di essere affrontata lontano da ogni  populismo.

Siamo una forza politica responsabile, condivido lo spirito delle riforme, ma non cavalcando il sentimento demagogico, che sta qualificando l’assetto politico istituzionale del nostro Paese. Abbiamo denunciato con coraggio la deriva populista del Governo Berlusconi, per questi motivi siamo stati anche alla sua opposizione; ora con altrettanto grado di responsabilità dobbiamo uscire da questa corrente populista che non ha ancora abbandonato l’agire politico italiano.

Sosteniamo il Governo Renzi ma è doveroso un appello alla coscienza, altrimenti la nostra azione sarà inutile. La fotografia reale del Paese mostra un quadro assai critico, servono misure innovative per fronteggiare e vincere una sfida senza precedenti; se il governo non riuscirà a dimostrare che esiste un’alternativa per superare la crisi economica-sociale, l’avanzamento della antipolitica si espanderà con effetti non prevedibili. Evitiamo il caos! Il semestre europeo sotto la guida italiana sia un’occasione e non l’ennesima sconfitta.

La povertà cresce, i giovani non trovano lavoro, gli anziani invecchiano perdendo la sicurezza dei loro sacrifici. Quando viene a mancare la dignità della persona, occorre urgentemente intervenire. Dobbiamo avere il coraggio di riportare l’uomo al centro della politica, dell’economia partendo da un nuovo umanesimo. Dopo la crisi esiste lo spazio per un rinascimento. Lavoriamo perché questo possa avvenire il più presto possibile.

Le riforme sono importanti e per questo serve il massimo impegno di tutti, ma non possono essere dettate da logiche populiste che asfissiano la democrazia. Questo non lo possiamo consentire, per almeno due ragioni: per non disonorare chi ha pagato con il sacrificio della propria vita consentendo all’Italia di conoscere la libertà e la democrazia, e perché tocca a noi difendere e consegnare questo patrimonio alle future generazioni.

La riforma elettorale come quella del senato sono indispensabili ma non siano utilizzati come elementi di distrazione per il popolo. Al primo posto dell’agenda governativa deve essere posto il tema del lavoro e della giustizia sociale. Solo in questa maniera consentiremo di onorare la nostra Costituzione, perché non dimentichiamolo mai! La repubblica Italiana è fondata sul lavoro, senza questa condizione non esiste più libertà.

La disoccupazione cresce, la povertà dilaga: c’è una questione sociale da affrontare. Non serve populismo ma serietà. Il popolo ha fame, non date delle brioche preconfezionate!

Carlo Felice De FerrariLa strada intrapresa per salvare il Carlo Felice presenta degli obblighi legislativi che non possono e non devono essere evasi, ma onorati nel conseguimento degli obiettivi prefissati. Ogni tentativo di eludere evidenti responsabilità qualifica un grave indice di distrazione e d’incompetenza che mette a rischio il futuro del Teatro dell’Opera di Genova. Il sindaco Doria, in qualità di presidente dell’Ente e il CDA della Fondazione Teatro Carlo Felice nell’apprestamento del bilancio consuntivo 2013 devono agire con criteri di responsabilità,  pertanto non possono sottrarsi all’iter predisposto dalla legge Bray. Al fine di fare fronte allo stato di grave crisi e di pervenire al risanamento delle gestioni e al rilancio delle attività della fondazione lirico-sinfonica, la Legge  Bray ( 112/2013) richiede un piano di restauro che intervenga su tutte le voci di bilancio strutturalmente non compatibili con la inderogabile necessità di assicurare gli equilibri strutturali del bilancio stesso, sia sotto il profilo patrimoniale che economico-finanziario, entro i tre successivi esercizi finanziari.

Il contenuto inderogabile previsto dall’art. 11 alla lettera a) della Legge 112/2013 impone tassativamente “ la rinegoziazione e ristrutturazione del debito della fondazione che preveda uno stralcio del valore nominale complessivo del debito esistente al 31 dicembre 2012, comprensivo degli interessi maturati e degli eventuali interessi di mora, previa verifica che nei rapporti con gli istituti bancari gli stessi non abbiano applicato nel corso degli anni interessi anatocistici sugli affidamenti concessi alla fondazione stessa.”

Il non perseguimento di questi obiettivi allontana l’ipotesi di abbattere il grave disavanzo del Teatro non consentendo di raggiungere il pareggio del conto economico relativo all’esercizio 2013, e conseguentemente i benefici previsti dalla stessa Legge quantificabili in un ulteriore contributo di circa un milione di euro all’anno per il triennio 2014/2016.

È auspicabile una controtendenza che assicuri nell’approvazione del bilancio 2013 la verifica, sulla base della documentazione bancaria esistente, la sussistenza di interessi anatocistici (ovvero gli interessi pagati sugli interessi che possono raggiungere sino all’80% degli interessi pagati) e le eventuali modalità di recupero delle somme indebitamente prelevate dagli istituti bancari, come  perentoriamente previsto dalla Legge 112/2013. (art. 11, comma gbis “g-bis l’obbligo per la fondazione, nella persona del legale rappresentante, di verificare che nel corso degli anni non siano stati corrisposti interessi anatocistici agli istituti bancari che hanno concesso affidamenti.”)

La verifica degli interessi anatocistici non può essere superficiale al piano di risanamento della Fondazione, un’azione del genere comprometterebbe seriamente l’assetto economico finanziario, con ripercussioni che lascerebbero poche speranze per la sopravvivenza del Carlo Felice. Ciò determinerebbe un declino inevitabile, azzerando tutti gli sforzi che sono stati assunti sino ad oggi, anche se non sempre all’altezza della situazione.

Questi elementi di preoccupazione sono affiorati  all’interno del CDA (14 aprile 2014), il quale ha optato di conferire un mandato esplorativo a uno studio legale, proprio per verificare  la situazione attuale su interessi anatocistici. È doveroso, a questo punto, che le Istituzioni e la dirigenza politica di questa città chiedano con forza di essere  informati  sugli elementi emersi in questa indagine.

In questi giorni si procede alla nomina del nuovo CDA, mi chiedo se sia possibile che le Istituzioni coinvolte possano adempiere a tale responsabilità senza conoscere nel dettaglio la reale situazione economico finanziaria dell’Ente: non sia la nomina dei commissari della Fondazione Carlo felice un’ennesima questione di poltrone.

 

sant_olcese3871_homeSono ormai passati ben 90 anni da quel 10 Luglio 1924 in cui effettuavi la tua prima corsa prova ufficiale a Lanciano (CH) sotto lo sguardo attento e severo degli ispettori del Ministero dei Trasporti e, superatala a pieni voti, venivi ammessa a circolare. Oggi sei la più antica locomotiva elettrica funzionante d’Italia. 
La tua vita non è stata sicuramente poco movimentata: ligure (anzi savonese!) di nascita, hai trascorso la tua infanzia ed adolescenza in Abruzzo sulla ferrovia Sangritana; poi, poco più che trentenne, sei tornata nella tua terra natale dove hai avuto, specie negli ultimi anni, il ruolo della “star”. Sei passata attraverso molti eventi drammatici ed importanti del secolo scorso e sei un po’ il simbolo della riscoperta turistica e del valore culturale della ferrovia nel nuovo secolo. 
Purtroppo questo è un compleanno un po’ triste: avremmo voluto organizzare una grande festa, con una pubblicazione monografica tutta in tuo onore, ma l’annosa “questione dei ponti” fa sì che oggi la Ferrovia che ti ha ospitata da tanti anni sia ferma e non ci pare il caso di festeggiare. 
Però per noi la festa è solo rimandata: confidiamo infatti che dopo l’elaborazione di un nuovo progetto e la pubblicazione dei nuovi bandi di gara due settimane fa, i lavori tanto attesi finalmente abbiano inizio e la ferrovia possa riaprire. Confidiamo anche che l’altro ostacolo che preclude attualmente la riapertura della linea sia presso rimosso con la nomina di un Direttore di Esercizio che sia riconosciuto dall’USTIF e – aggiungiamo noi – che comprenda il tuo immenso valore, così come lo comprendeva il precedente direttore, che volle il tuo restauro insieme a quello delle tre carrozze del treno storico. 
E se siamo un po’ preoccupati e tristi per l’attuale situazione, tu ci rassicuri raccontandoci che il tuo ventesimo anniversario fu ben peggio: eri infatti danneggiata dai bombardamenti tedeschi e completamente abbandonata tra i ruderi della stazione di Lanciano. Anche il trentesimo compleanno non fu più sereno: riparata ma non convertita allo scartamento ordinario e non ancora assegnata alla FGC, rischiavi seriamente la demolizione, sorte poi toccata ai tuoi fratelli della Fermana ed al 21. Non si ascrive tra i compleanni più sereni neppure il tuo cinquantesimo anniversario, quanto la FGC (da circa vent’anni diventata la tua nuova casa) era stata posta sotto sequestro a causa del pessimo stato dell’armamento e quasi tutti le avevano già fatto il funerale. Ma hai conosciuto anche compleanni molto gioiosi: la tua prima decade infatti ti vedeva protagonista in una Ferrovia Sangritana viva ed affollata come non lo era e non lo sarebbe mai più stata; i 40 anni li hai compiuti svolgendo un duro lavoro su quella che era la tua nuova casa (la Genova – Casella) nel momento in cui questa conosceva il maggiore traffico merci di tutta la sua esistenza. Ed anche in tempi recenti non sono mancati anniversari felici: nel 1984 stavi subendo la revisione che ti avrebbe portato a rinascere, l’anno dopo, come mezzo storico ed assumere il ruolo della “mascotte” di questa bellissima ferrovia che è la Genova – Casella, un ruolo ormai consolidato all’epoca del tuo ottantesimo compleanno quando la festa fu grande ed erano tutti lì per te. Non parliamo poi dei tantissimi treni speciali di cui sei stata protagonista: dai fotografici per appassionati ai treni charter per turisti, dai video musicali ai documentari, dagli spettacoli teatrali ai raduni di auto e camion storici…e la lista potrebbe continuare! 
Ti hanno amata davvero tutti anche perché spesso sei stata il simbolo di una nuova alba dopo la tempesta: avevi 22 anni quando sei stata protagonista del treno inaugurale del Sangritana ricostruita, segno della speranza di un popolo molto provato che, contando solo sulle sue sole forze, stava tentando di uscire dall’incubo della devastazione che la guerra mondiale aveva lasciato dietro di sé. E parecchi anni dopo, nel 1975, sei stata anche uno dei primi mezzi ferroviari restaurato da un gruppo di appassionati (alcuni appena maggiorenni) per poter partecipare ad un importante treno speciale che voleva un po’ esorcizzare il rischio chiusura per la linea… 
Consideriamo dunque solo rimandati i festeggiamenti e le iniziative in tuo onore. Ti aspettiamo alla riapertura della linea, quando il motivo per festeggiare sarà doppio e sarai come da tradizione – confidiamo tutti – alla testa del treno inaugurale.
Ancora auguri, cara 29!! 

Di Andrea Martinelli

Fiera-di-GenovaPoniamo fine a ogni ipotesi che sostenga la realizzazione di nuovi centri commerciali sul territorio genovese. Occorre invece rivitalizzare il suo tessuto economico, già duramente colpito dagli effetti della crisi. La proposta di costruire un centro commerciale sull’area della Fiera di Genova, oltre a essere una scelta miope e deleteria provocherebbe  uno tsunami per le attività economiche del centro cittadino, amplificando il decadimento in corso che non ha precedenti. Si abbia il coraggio di guadare alla definizione di nuove proposte che mirino a salvare e a rilanciare il settore del piccolo commercio, invece che  prestarsi a proposte perditempo.

La Giunta comunale deve assumere delle scelte urbanistiche chiare e necessariamente coraggiose e non limitarsi a “spot stagionali” che rischiano solo di  provocare allarmi giustificati. Da Ponte Parodi allo Stadio abbiamo sinora assistito a “un carosello di fumogeni” .

Senza timori si dica se Genova ha ancora bisogno di uno spazio espositivo di queste dimensioni, ma per favore evitiamo pannicelli caldi o soluzioni di compromesso che oltre a non dare una prospettiva di sviluppo non garantisce nessun margine di futuro.

Respingo, pertanto,  la proposta di delibera sulla realizzazione di un Centro Commerciale alla Fiera Di Genova, e invito la maggioranza a un ripensamento sottolineando inoltre che non si possono condividere neppure teorie di un commercio al dettaglio, ma solo un serio piano commerciale che la Giunta Doria deve dare, se in grado, alla città di Genova.