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smartcityI tagli imposti dalla Legge di stabilità agli enti locali confermano difficoltà gestionali della Città metropolitana di Genova, che rischia di rimanere un’Istituzione vuota con il pericolo di privare i cittadini di alcuni servizi.

Il trasferimento del personale attualmente in forza all’ex Provincia di Genova alla Regione Liguria evidenzia un risparmio economico di un ente pubblico, ma in realtà si tratta di una partita di giro di cui mi è assolutamente difficile comprenderne il significato: la stessa cifra risparmiata verrà imputata a carico di un altro ente pubblico. Quindi non ci sarà un saldo positivo per l’intero sistema ma un trasferimento che rischia di generare confusione e disagi .

Sono molto preoccupato, invece, dalla qualità e dalla continuità  dei servizi che saranno erogati: si mette a repentaglio la sorte dei piccoli comuni e l’interesse collettivo della cittadinanza.

Riformare le Istituzioni del Paese non può ridursi esclusivamente alla razionalizzazione delle risorse economiche, ma deve accentuarsi su garanzie costituzionali che oggi rischiano di essere disattese.

Amministrare la Città metropolitana di Genova non vuol dire consegnare come fa lo studente diligente il compito richiesto, ma deve denunciare le anomalie e provvedere a risanare il quadro generale.

Penso alla formazione che dovrebbe essere trasferita alla Regione: su competenze così strategiche  del genere non si può giocare sul destino dei troppi disoccupati, ma occorrono interventi dettati non dalla politica dei tagli senza senso ma da azioni di responsabilità.

Finiamola una volta per tutte con il populismo che continua a divagare e  mietere “vittime”, soprattutto fra gli enti più piccoli e deboli