Come ho già avuto modo di dire Io stasera ascolterò il discorso del Presidente Giorgio Napolitano, nel pieno rispetto  delle Istituzioni e soprattutto dell’operato del Quirinale. Non posso stare in silenzio ad assistere mentre un fuoco barbaro e ingiurioso continua ad abbattersi sul Presidente della Repubblica: mi dissocio con “vibrante” convinzione dall’insulto volgare e offensivo che ha dominato la rete. Non si può tacere. Sono un semplice cittadino italiano che ringrazia il Presidente Napolitano per il suo lavoro sempre vigile e condizionato nel totale rispetto della Costituzione. Non attendo questa sera per valutare il ruolo di questa presidenza in un clima sempre più demagogico e irresponsabile. Il presidente Napolitano è un faro nella notte buia della democrazia italiana, far finta di niente, star zitti senza denunciare l’avvento pericoloso che insidia la vita democratica del nostro Paese lo trovo un atteggiamento da irresponsabile. Ripeto non sono nessuno, un semplice cittadino.

napolitanoA chi non condivide la politica del presidente, dico è democraticamente giusto esporre le proprie idee, ma è cosa ben differente dagli insulti volgari che ho avuto modo di leggere in questi giorni sui vari social network. Non esiste l’infallibilità del Presidente della Repubblica, il suo esercizio non è un dogma: è un uomo come gli altri che durante le sue funzioni può anche sbagliare, ma ben lontano dalle accuse sollevate in questi giorni. Trovo, per queste ragioni, assurdo inidirizzare imputazioni di enpeachement a Giorgio Napolitano, chi lo fa evidentemente agisce nella piena strumentalizzazione destoricizzante e demistificatoria sottovalutando l’effetto delle conseguenze. Fare politica significa non soddisfare la preponderanza dell’ego ma l’interesse generale di una comunità. Seguire il discorso del Capo dello Stato è una libertà e non un obbligo grazie a Dio, come del resto rimane una libertà altre tipologie di scelta. Prima di tutto, però, il rispetto degli altri: non mi convince, lo ripeto, chi insulta con troppa facilità l’avversario politico: la storia insegna che quando la politica scivola nell’urlo, nella discriminazione, nella ricerca assennata degli untori vuol dire che siamo vicini a un pericoloso anticamera. E le condizioni storiche di questo periodo, nell’esame complessivo, non mi possono distrarre da questa preoccupante considerazione.

La richiesta di impeachement per il Presidente Napolitano è infondata, ridicola e assurda. La messa in stato di accusa per un Capo di Stato la si richiede per alto tradimento, e allora dov’è l’altro tradimento ? Semplice non esiste. E occorre con fermezza etica evidenziarlo nella febbricitante follia di questi giorni. “È l’ennesima conferma della caduta morale della cultura politica di massa che c’è stata negli ultimi trent’anni, da cui discende la crisi nel quale ci dibattiamo”(Emanuele Mancaluso).

Il presidente Giorgio Napolitano ha operato sino ad oggi  in qualità di garante del sistema politico costituzionale; nel discorso del suo insediamento ha legato il suo secondo mandato a  fondamentali condizioni: riscrivere la legge elettorale,riformare il Senato e avviare una vera riforma strutturale dello Stato. Quell’impegno pronunciato ha raccolto l’applauso di  Montecitorio, anche da forze politiche che oggi in piena campagna elettorale seguono l’indice della demagogia.

Non ci sto, quindi, a questo gioco al massacro inaugurato da leader sempre più solitari ma incoscienti nell’esercizio delle loro responsabilità politiche. E se dalla repubblica delle banane qualcuno vuole celebrare quella di Zelig, vige l’obbligo sostenere l’ora della moralità.